La storia di Francesca

“Ho smesso di accontentarmi:
ora ho imparato a scegliere l’amore,
e a non aspettare più di essere scelta”

Dopo anni di incontri con uomini che volevano solo relazioni occasionali,
Francesca ha deciso di riscrivere la sua storia. Oggi sa dire subito di no a uomini che non la rispettano e sa cosa vuole in una relazione. A partire da quella con sé stessa.

Dove si trovava quando ci siamo incontrate:

“Ero stanca di sentirmi sempre non abbastanza”

Quando Francesca mi ha contattata per partecipare a una masterclass sulle relazioni, era demoralizzata, e un profondo senso di inadeguatezza la faceva dubitare del proprio valore.

Era reduce dall’ennesimo incontro nato su Tinder finito male, si colpevolizzava di non essere abbastanza (attraente, forte, decisa…) per avere una relazione di coppia e non riusciva a capire perché si ritrovava sempre a incontrare uomini che non si prendevano alcuna responsabilità.

In passato aveva avuto delle relazioni in cui si annullava, in cui si sentiva manipolata o messa in secondo piano da uomini già impegnati in altre relazioni.

"Mi sono lasciata coinvolgere da persone che non volevano costruire una relazione ma che hanno comunque approfittato della mia disponibilità e delle mie emozioni. Persone narcisiste e manipolatorie. Anche se non avevano nulla da offrirmi, mi bastavano piccoli gesti d'affetto per sentirmi legata. Per me era sufficiente anche solo sapere che ci fossero per non lasciarli andare. Ma alla fine il dolore è sempre stato troppo."

Aveva paura di restare sola, ma sentiva che continuare così non era più sostenibile.

Il punto di svolta:

la scelta di iniziare il percorso.
“Non volevo più vivere
in funzione dell’amore degli altri”

Francesca ha scelto di investire su di sé. Ha scelto il percorso L’Amore che Aspettavi per il suo approccio pratico, dedicato alle donne.
Voleva capire cosa la portava a certi schemi, ma soprattutto desiderava imparare a volersi bene sul serio. È stata una decisione coraggiosa, nata dal desiderio autentico di cambiamento.

Era già in un percorso terapeutico, e sentiva la necessità di integrarlo con un percorso mirato e pratico. Desiderava imparare a mettere confini, riconoscere i suoi bisogni, e smettere di sentirsi “sbagliata” o “non abbastanza interessante”.

“Sono in terapia dal 2021, ma non per questo motivo specifico. Parlo molto del passato e di emozioni, ma vorrei trovare qualcosa di più pratico per riuscire a cambiare le cose.”

Si trovava quindi in un momento di grande consapevolezza, ma anche di dolore.
Dopo anni investiti nel lavoro e nella carriera, in cui ha ottenuto grandi risultati, si è accorta che nelle relazioni affettive si ripetevano sempre gli stessi schemi e voleva finalmente spezzarli:

"Vorrei evitare di dipendere emotivamente dall'altra persona, di adattarmi a ciò che l'altra persona vuole solo per non perderla, e vorrei anche non rinunciare a me stessa e ai miei bisogni per paura di essere lasciata."

Il suo desiderio era profondo e chiarissimo:

"In questo momento vorrei imparare a sentire di avere valore anche senza avere accanto una persona, e sentirmi capace di affrontare i momenti di solitudine senza disperarmi. Vorrei imparare a riconoscere i segnali, i miei bisogni, non accontentarmi più."

Francesca legge le promesse che fa al su maschile durante il rituale del matrimonio interiore

cosa ha scoperto e trasformato :

“Ho imparato a riconoscere i miei bisogni
e a difenderli”

Durante i mesi di lavoro insieme, Francesca ha attraversato tanti momenti intensi e trasformativi.

Ha messo messo nero su bianco i suoi bisogni fondamentali come individuo e nella coppia - realizzando sia quanto poco li stesse ascoltando e proteggendo, sia quanta responsabilità poteva ora prendersi nel soddisfarli da sola, senza scaricarli su un ipotetico partner. "Non avevo mai analizzato nel concreto quali fossero i miei bisogni, quali erano quelli negoziabili e quelli fondamentali. Questo mi ha cambiato completamente la prospettiva nelle relazioni." Nella quotidianità ha iniziato a scegliere se stessa. Quando un’amica ha insistito per vederla in un momento in cui aveva bisogno di riposare, ha risposto di no con gentilezza, ma fermezza: “Stavolta mi scelgo.”

Ha iniziato allora a riscrivere il suo dialogo interiore, che la bloccava nell’ascoltare i bisogni. Quando si sentiva sbagliata, non attraente, oppure semplicemente sola, ha imparato a fermarsi e a chiedersi: Di cosa ho veramente bisogno? e “Cosa direi ora a un’amica che si sente in difficoltà come me?”. Ha smesso di colpevolizzarsi e ha iniziato a rispondersi con cura, come una guida amorevole.

Ha scoperto la self-compassion, quella vera: non fatta di frasi motivazionali, ma di pratiche e gesti quotidiani. Un giorno ha comprato un cappotto molto vistoso che le piaceva e si è detta: “Mi sento bella anche se non sono perfetta”. Prima non avrebbe mai comprato un capo così particolare, perché pensava che il suo corpo non fosse adatto - o non conforme agli standard della società per poter indossare qualcosa di vistoso.

Ha dato voce alla rabbia repressa – quella per tutte le volte in cui si era annullata pur di essere amata, a partire dalla famiglia di origine. Per la prima volta si è concessa di sentire tutto, senza vergogna. E con compassione fiera ha detto di no a delle abitudini familiari che le stavano strette, soprattutto durante le vacanze in cui tornava da loro - come dover visitare dei parenti con cui non aveva nulla in comune. “Con la mia famiglia di origine ho messo più confini. Sono molto legata alle mie origini, ma esisto prima io, con le mie esigenze e le mie necessità.”
Ha in particolare riscritto il rapporto con suo padre: si è permessa finalmente di fare la figlia e non la "madre", facendosi per esempio accudire mentre era malata, cosa che prima non aveva mai chiesto.

Ha lasciato andare relazioni maschili ambigue, grazie al rituale di chiusura con gli ex. Ora smette di rispondere ai messaggi di uomini che cercano solo incontri sessuali o compagnia a intermittenza. Dice di no, senza sensi di colpa. "Mi sono liberata dell'idea di un maschile dominante e dell'immagine della donna che si adatta, si fa piccola, o si annulla per piacere. Nessuno uomo è sbagliato, ma alcuni lo so sono per me, ed è importante che adesso lo riconosca e lo accetti."

Allo stesso tempo ha iniziato ad apprezzare l'energia maschile dentro di sé, e a onorarla e apprezzarla anche fuori: “Ho rivisto l’idea che mi era arrivata (dall’educazione, dalle antenate) del maschile solo manipolatore, negativo, che chiede senza dare - ho visto che c’è una parte di maschile sano dentro di me, che protegge, provvede ai miei bisogni e mi motiva al cambiamento con gentilezza, senza giudicarmi.”

È diventata più assertiva al lavoro, in particolare con la manager - è riuscita con tanta self-compassion a non prendere sul personale una critica pesante, e far sentire la sua voce con lei e nelle riunioni con la dirigenza. “A lavoro riesco ad esporre le mie idee, anche quando so che non potrebbero essere accettate. Sono molto più schietta e sincera”. E con il team che gestisce: “Nei rapporti con i colleghi sto cercando di mettere più compassione e di essere meno giudicante.”

È passata dall’avere vergogna del corpo a volergli bene così com’è, con le sue imperfezioni e con la sua bellezza:
“Stamattina ero davanti allo specchio e mi stavo truccando e mi sono vista molto bella e ho detto ‘cavolo ma io sono bella!’ Questo lo devo solo a te al tuo percorso. Nonostante i miei kg in più, riesco ancora a guardarmi allo specchio e a vedermi Bella❤️”

Un momento chiave è stato il rituale del Matrimonio interiore: ha scritto e poi letto una lista di impegni verso se stessa — una bussola che ora consulta ogni volta che conosce qualcuno di nuovo. Le ricorda che la prima relazione è con lei, e che l’amore vero non può venire a scapito della propria dignità.

Il fiore e la scatola con l’anello usati per il rituale del matrimonio interiore
Francesca legge le promesse che fa al su maschile durante il rituale del matrimonio interiore

Alla fine del percorso ha creato la sua Vision Board, spostando l’energia dalle relazioni che la svuotavano verso ciò che la nutre davvero.
Ha prenotato un viaggio all’estero, sogno rimasto bloccato per anni (perché pensava di non farcela da sola), dicendo: “Ora la mia energia va in quello che è importante per me.”

E qualcosa di molto significativo è cambiato anche nello sguardo che rivolge agli uomini: ha iniziato ad apprezzare uomini diversi da quelli che sceglieva in passato. Uomini liberi, piacevoli per lei nell'aspetto. “Prima non li notavo nemmeno.” Sa riconoscere chi è coerente in quello che dice e fa, perché è lei la prima a farlo.

Un passo alla volta, Francesca ha fatto pace con il suo passato
e si è riaperta alla possibilità di amare — senza perdersi.

dove si trova oggi:

“Ora scelgo, non inseguo”

Oggi Francesca si sente libera. Non è in relazione, e va bene così. Sa che ha valore come donna in quanto tale, e non perché è in relazione.

Ha iniziato a frequentare nuove persone con più discernimento e rispetto per sé. Ha smesso di avere fretta, di stare sempre sulle chat e non sente più il bisogno di “essere scelta”.

La cosa più bella?
Si sente felice della sua vita anche quando è da sola. Ha iniziato a frequentare dei gruppi per fare delle attività insieme nei weekend, ha finalmente prenotato un viaggio all’estero – che desiderava tanto fare, ma aveva timore di andare da sola. 

 

"Oggi mi vedo più bella, più forte, più viva"

A distanza di sei mesi, Francesca racconta una trasformazione visibile e profonda. Le sue parole parlano di ritrovarsi, di connessione con sé e di una nuova forza interiore.

"La cosa più importante è che mi vedo più bella, più forte, più viva. Mi sento più centrata, e molto più stabile rispetto a come ero prima. Quando parlo con gli altri, sento di essere presente, e questo mi aiuta tantissimo anche nel lavoro e nella vita quotidiana."

Ha imparato a riconoscere i propri bisogni, a distinguere il vero amore dalla dipendenza, e accettarsi profondamente anche quando le cose non vanno come vorrebbe. Ha fatto esperienza che il corpo ha diritto di essere amato così com’è, e che può essere grata per averlo sano e forte.

"Ogni essere umano è perfetto così com'è. Non esiste un corpo giusto o sbagliato. E io merito di essere amata anche con il mio corpo imperfetto."

Quando le ho chiesto quanto le risuona l’affermazione “So di meritare una relazione sana e felice”,
la sua risposta è stata: 5 su 5.

"Hai fatto davvero tanto finora. Con te ho affrontato argomenti che in terapia non avevo mai trattato."

Le parole di Francesca

“È come se avessi smesso di cercare fuori quello che non mi davo dentro. Questo percorso mi ha cambiata profondamente, mi ha aiutata a fidarmi di me.
Ora so che merito un amore sano, e che non ho bisogno di svendermi per averlo.
Solo adesso ho compreso a pieno la frase della canzone di De André: "Continuerai a farti scegliere, o finalmente sceglierai.." Finalmente ho deciso di scegliere.”